Si definisce edema un abnorme accumulo di liquido interstiziale che a livello cutaneo si esprime come un turgore palpabile e comprimibile ove il dito che palpa lascia la classica impronta a scodella (fovea).
Il liquido interstiziale accumulato, è essenzialmente costituito da acqua e sali, si tratta cioè di sangue fuoriuscito dai capillari, senza proteine. Questa situazione si manifesta, quando il sangue raggiunge i capillari in quantità eccessiva e vi permane per un periodo di tempo superiore alla norma. In questo frangente, la pressione interna dei capillari aumenta, favorendo un maggiore passaggio di liquidi dal sangue agli spazi interstiziali.
Come nasce l’edema linfatico (o linfedema)
In condizioni fisiologiche, il liquido viene drenato attraverso i vasi linfatici sino ad arrivare ai linfonodi. Quando il carico diventa eccessivo, i vasi linfatici non riescono ad assolvere efficacemente al loro compito, di conseguenza si assiste ad un ulteriore aumento della concentrazione delle proteine nel liquido interstiziale, con ulteriore ostacolo al riassorbimento dell’acqua e dei sali fuoriusciti dai capillari. In questo caso si parla anche di edema linfatico (linfedema).
L’edema è spesso associato a diverse situazioni:
- stadi avanzati di malattia venosa cronica;
- insufficienza linfatica primitiva o secondaria;
- interventi chirurgici;
- gravidanza;
- stili di vita inadeguati;
- fumo;
- assunzione di farmaci;
- squilibri ormonali.
Queste condizioni possono alterare la normale struttura dei vasi sanguigni e favorire l’eccessivo passaggio di liquidi dal letto vasale agli spazi tra i tessuti, inducendo edema.
In che parti del corpo si sviluppa l’edema
Le gambe, rappresentano il punto più declive del corpo, pertanto questa situazione riguarderà più frequentemente gli arti inferiori. Tuttavia, queste condizioni si possono verificare anche in distretti diversi, a seguito di rimozione di masse tumorali con linfonodo associato.
In questi casi, quindi, il trattamento può essere rivolto alla rimozione dell’eccesso di liquidi, attraverso l’utilizzo di tecniche manuali (linfodrenaggio, fisioterapia, elastocompressione) oppure di trattamenti che hanno l’obiettivo di ridurre la fuoriuscita di liquidi dai vasi e ne favoriscono il riassorbimento da parte dei vasi linfatici, riducendo l’infiammazione.